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La Luce Nella Notte

Micro Missione “Come tu mi vuoi” – Milano Parrocchia S.Maria delle Grazie al Naviglio 17-18-19 settembre 2010
Prima Missione di Strada a Milano. Zona Navigli: 9.000 abitanti che ogni sabato sera diventano il doppio grazie alla miriade di locali di tutti i generi che si affacciano sul Naviglio.
80 missionari provenienti da molte città italiane si sono ritrovati qui per portare Gesù in questa città tanto ricca, veloce, piena di fermento, di gente sempre di corsa, di serate da bruciare in fretta, senza tempo per Lui.
Ospitati dalla Parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, hanno percorso giorno e notte questa zona, incontrando personalmente circa 3000 persone e riempiendo strade, negozi, locali della loro Luce e della loro Gioia.
In ogni missione Gesù dona ai missionari di vivere fra loro una forte Unità, con Lui in mezzo, che lega i cuori. Questa volta lo ha voluto fare in un modo speciale, fin dai primissimi istanti, come se volesse dirci che quella era la forza dalla quale avremmo dovuto attingere per far fronte alle difficoltà e alle intemperie.
E così è stato.

La sete di Dio, di pace, di felicità vera, lì fuori bruciava negli occhi, nei gesti, nella rabbia delle persone distinte che passeggiavano lungo il Naviglio o in Piazza del Duomo, nei corpi buttati a terra come stracci alle Colonne di San Lorenzo, al mercato, alla Stazione, dietro la Fiera. Nulla sembrava poterli dissetare, nonostante l’acqua in piena che scorreva nel Canale e la pioggia ininterrotta, torrenziale che scendeva dal cielo. “Anche io voglio essere felice….”.
Missionari eroici, che non hanno mai gettato la spugna, mai mollato, in strada sempre, dalla mattina alla sera, esausti, soccorsi dai parrocchiani commossi con asciugamani e cambi di vestiti e che hanno raccolto la forza da questa meravigliosa Unità fra loro in Cristo e da una intensità di preghiera pazzesca in cui tutto veniva rimesso in Lui.
Prima di La Luce Nella Notte, le panche della chiesa erano un lungo stenditoio di magliette fradice arancioni: “Vuoi essere felice? Preoccupati di far felice chi hai accanto”. L’Amore si respirava, si toccava, gli sguardi si incontravano ed ognuno sapeva cosa fare, dove andare, contagiando irrimediabilmente ogni persona che arrivava.

In quel momento una preghiera forte di 80 cuori uniti ha chiesto a Gesù e a Maria anche la Grazia di intervenire sul tempo atmosferico e nonostante le previsioni dessero pioggia a catinelle e temporali, alle 22 ha smesso di piovere. Non saremmo riusciti ad andare avanti ancora molto in quelle condizioni e abbiamo davvero vissuto la delicatezza e la premura di un Padre e di una Madre che si sono presi cura di noi.
Effettivamente questa volta Gesù sembrava chiedere di andare ben oltre le nostre possibilità ed ogni sì lo ha usato per raggiungere i cuori di tanti, tantissimi suoi figli morti nell’anima.
400 i bigliettini ai piedi dell’altare e un numero davvero incalcolabile di incontri fuori, di cuori raggiunti dal calore di uno sguardo, di un abbraccio di una parola, di persone arrivate con il bisogno incontenibile di essere ascoltate, tanti colloqui fuori e dentro la Chiesa, lacrime raccolte di dolori profondi, di mancanza di luce, di strade perdute.

Gesù ha attirato tutti a Sé.
Ha stretto in un abbraccio ancora più forte i missionari ed ha raccolto nel Suo Cuore immenso tutti i piccoli figli raggiunti attraverso di loro.
Grazie Signore perché Tu fai sempre nuove tutte le cose. Grazie per il Dono pazzesco di poter vivere questa vita in Te, con Te e per Te.



TESTIMONIANZE

Don Matteo Camisana - Vicario della Parrocchia e promotore della missione
Carissimi Alessandra e Roberto, poche righe per un grande grazie. Questa sera ho percorso il tratto di strada che va dal Duomo fino a casa, in parrocchia, passando per le colonne di san Lorenzo, la darsena, il Naviglio e respiravo il coraggio, la fede e l'amore con il quale avete vissuto ieri sera la luce nella notte e la testimonianza che avete portato a tutta la parrocchia e nel quartiere. Vi porto anche il grazie di diversi parrocchiani che ho raccolto oggi stesso dopo la vostra partenza.

Grazie soprattutto per la costanza e la profondità nella preghiera e per la fiducia nel riporre tutto nelle mani del Signore. Per me è stata un'esperienza veramente nuova e prego il Signore che possa crescere e maturare come attenzione 'alla strada' per quanto essa doni alla vita di tutti giorni.

Un abbraccio a tutti, di vero cuore.



Simone:
Era la mia prima missione con nuovi orizzonti e anche la prima di evangelizzazione in strada.
Devo dire che inizialmente ho provato qualche timore, solitamente non mi spaventa testimoniare l'amore per il Signore, ma lo faccio con chi mi conosce, tra gli amici a lavoro in famiglia.
Così alla prima uscita, ero un pochino teso, non immaginavo proprio come sarebbe andata, mi è parso come al solito di fare più affidamento su me stesso che sul Signore.
Già dal pomeriggio però mi sentivo più tranquillo, perchè percepivo dentro una forza aggiuntiva, data dal Signore anche attraverso il carisma della comunità, e sentivo che era Lui che mi guidava ed era sempre Lui a far breccia nei cuori, io dovevo solo abbandonarmi.
Durante l'uscita del sabato mattina erano con me e Sabrina anche Erika e don Roberto, che mi ha consigliato di ascoltare di più, cuore a cuore le persone che incontravo, ho fatto tesoro del suo consiglio.
Il sabato pomeriggio il buon Dio ha coccolato un po' me e Laura facendoci fare dei bellissimi incontri, forse non sapremo mai se i ragazzi incontrati avranno aperto uno spiraglio di cuore al Signore, mi piace sperare e pregare che questo prima o poi accadrà, noi abbiamo gettato un piccolo seme.
Il Sabato sera durante la preghiera prima di uscire ero a pezzi, avevo i crampi allo stomaco, ero bagnato e avevo freddo e stanco spiritualmente, sarei andato a letto!
Davanti a Gesù Eucarestia sono stato mezz'ora in stato catatonico, poi ho cominciato a dirgli, Signore sono stanco, ho freddo, ho mal di stomaco, come faccio ad andare in strada che dico a quelli che incontro, mentre stavo parlando così, ho sentito che te Alessandra e il coro stavate invocando con forza lo Spirito Santo, ho preso coraggio ed ho cominciato anch'io..beh, ti dirò che poche volte, in 8 anni di cammino di fede, ho sentito così fortemente lo Spirito scendere su di me, scaldarmi il cuore e il corpo, mi è passato il mal di stomaco ed ho percepito la voce del Signore che mi diceva, va', ci sono i miei figli che ti aspettano...e con Laura siamo andati, ed abbiamo incontrato le persone che davvero aspettavano noi, aspettavano di incontrarci, di incontrare il Signore.
Sono stati davvero degli incontri benedetti, soprattutto uno e con persone che la mia testa diceva che non ci avrebbero mai accolto.
Così un altro insegnamento è stato quello di non avere dei preconcetti, dei pregiudizi sulle persone da fermare, ma lasciare che sia lo Spirito ad agire, a soffiare dove e come vuole.
Ma la cosa più grande come sempre è la potenza della preghiera, come sentivamo che agiva quando chiedendo il permesso, cominciavamo a pregare spontaneamente per loro, che mezzo attoniti e anche un po' commossi ci guardavano con gli occhi sgranati.
Comunque vale davvero la pena prendersi anche dei no, degli insulti, delle porte sbattute in faccia per testimoniare la gioia di avere incontrato l'amore degli amori, Gesù! ne siamo ripagati abbondantemente.
Termino la mia testimonianza con un altro GRAZIE, sempre al Signore per avermi messo, buttato diciamo, perchè ero un po' cieco e sordo, sulla vostra strada, mi avete ridonato quella gioia evangelica che da un po' latitava nel mio cammino.
Grazie per tutte le parole, gli abbracci, le testimonianze d'amore che mi avete dato. Vi voglio bene.

Annalisa:

Cari amici, tornando a casa sta notte il mio cuore era colmo di gioia:
ho pregato tanto di poterli guardare con i suoi occhi e ascoltare con le sue orecchie, parlargli con la sua bocca e amarli come solo LUI può. Così ho sentito uno Spirito profondo scendere dal cielo fino alla mia anima, l'ho sentita piena di Lui e di un coraggio che riposa  in un'antica saggezza.
Uscendo li abbiamo cercati ..sentivo uscire le parole dalla  mia bocca come spinte da un potente flusso di luce...il mio piccolo cuore era colmo di amore per loro e li avrei voluti abbracciare...anzi prendere in braccio, così come quando faccio con il mio bambino. Loro ci guardavano colmi di sete di Dio e desiderosi del suo incontro, cari figli suoi! Pregherò per voi ! Nostri cari fratelli !
Alle 2 e mezza circa, rincasata , ho aperto il Vangelo 'a caso' e i miei occhi hanno letto il seguente messaggio di Gesù : Luca 10 (17-23). Voglio condividerlo con tutti voi ! Parla dei 72 discepoli di ritorno dalla missione, è veramente incredibile.
Il mio cuore ha sussultato e nella sua pace mi sono profondamente addormentata "

Antonio:
Perfetto -  “Perfetto!”. Questa è un’espressione che usa sempre una mia collega di lavoro quando è contenta di un progetto, di un’intervista particolarmente riuscita, di un dato di ascolto confortante. A me quest’espressione è sempre sembrata esagerata, quasi sprecata. Cosa è veramente perfetto? Tutto è migliorabile, si può sempre fare di più.
Sabato sera, invece, al termine de La luce nella notte a Milano, mi è saltata alla mente proprio quest’espressione: “perfetto”. Gesù, quella sera, ha fatto bene ogni cosa. Tutto, anche l’insuccesso nel fermare e “convincere” qualcuno ad entrare in chiesa, ha avuto un senso. Noi uomini riusciamo a vedere solo una parte del disegno. Solamente Lui, l’onnipotente, che tutto sa e può, riesce ad avere la visione globale.
È stata la mia prima missione di strada con Nuovi Orizzonti. E Gesù, nel pomeriggio, mi ha regalato come compagna Irene, un vero angelo, che con infinita gioia, annunciava a tutti che Gesù li ama e vuole renderli felici. Io, timoroso all’inizio, Gli ho detto: Gesù, mi hai messo in questo casino? Ora sono problemi tuoi, manda il tuo Spirito e fammi parlare la lingua di tutti quelli che incontrerò, come hai fatto con gli Apostoli a Pentecoste.
E Gesù ha subito raccolto la mia sfida. Ho cominciato ad affidarmi a Lui, a chiedere a Maria di pregarlo di aiutarmi. E, improvvisamente, la mia lingua si è sciolta. Ho cominciato a parlare e dicevo cose che ora non sarei più in grado di ripetere. Addirittura Irene mi ha detto: è impossibile che sia la prima volta per te, tu hai un dono grande.
In quei momenti, mi sono sentito “al posto giusto nel momento giusto”, come una penna quando scrive, come lampada quando è posta sul moggio.
Il momento più emozionante è stato quando abbiamo pregato in strada assieme a una coppia di fidanzati. Ho sentito lo Spirito Santo aleggiare su di noi. E sono sicuro che i due ragazzi, presto, incontreranno Gesù che cambierà la loro vita.
Ma siccome io, ormai, camminavo già sulle acque, il mio amico Gesù, che sa che, invece, ho bisogno di batoste per curare il mio ego malato, ha spinto me e Irene ai mercatini di Senigallia, una zona dietro la stazione di Porta Genova. Vi si accede da una piccola discesa, che, ricordando le parole di Chiara, ti fa pensare alla discesa di Gesù agli inferi.
Lì abbiamo toccato con mano la morte, lì è il regno di Satana. Abbiamo parlato con alcuni quindicenni che stavano “fumando il fumabile”. All’inizio uno di loro ci ha presi per spacciatori. Poi abbiamo incontrato tanti extracomunitari e tanti abitanti della strada, i famosi “pankabbestia”.
Ecco… quest’incontri non sono stati idilliaci come i primi. Qui non mi sono affatto sentito un fico spaziale, qui ho toccato cosa vuol dire vivere l’inferno.
 E noi non sapevamo cosa fare, e noi non sapevamo cosa dire: abbiamo ascoltato, parlato, siamo stati letteralmente cacciati via.
Irene è stata male fisicamente. Abbiamo pregato per tutti quei giovani disperati. So che lo Spirito ha provato a entrare nei loro cuori. Spero tanto prima o poi ci riesca.
Dopo questa esperienza davvero forte, che mi ha riportato coi piedi per terra, ho affrontato la sera in strada.
Questa volta con me non c’era Irene, ma Giuseppe.
Non siamo riusciti a entrare in sintonia tra noi, non per cattiva volontà di entrambi, ma perché eravamo proprio fuori dalla Chiesa e, quindi, parlavamo continuamente con la gente. Ad un certo punto, ci siamo anche persi, perché, spesso, uno dei due entrava in Chiesa per accompagnare le persone.
All’inizio questa “solitudine” mi ha un po’ spiazzato, ma poi sono arrivati anche altri missionari davanti alla chiesa e tutto è stato più semplice.
Ho fatto tanti incontri, ho ricevuto tanti no, ho fatto entrare tantissime persone in Chiesa.
Gli incontri che mi sono rimasti più nel cuore sono stati tre.
Un ragazzo che per nessun motivo voleva entrare in chiesa e che, dopo circa 30 minuti, è entrato solo perché la smettessi di chiederglielo.
All’inizio non voleva scrivere niente sul foglio, poi lo ha fatto, l’ho accompagnato da Gesù eucarestia, lui ha lasciato lì la sua preghiera e preso il foglietto con la Parola di Dio. Poi, è voluto subito andare via. Ma nell’uscire mi ha detto di avermi mentito sul suo nome, perché non voleva neanche che sapessimo come si chiamasse. “Ma ora so che posso fidarmi: mi chiamo Benedetto”. Spero davvero che il Signore lo benedica sempre.
Poi è stata la volta di una coppia. Mi hanno praticamente fatto il terzo grado. Anche loro, dopo più di 30 minuti, si sono convinti a entrare. E lei, davanti a Gesù eucarestia, ha cominciato a piangere. Poi, si sono abbracciati. Alla fine, lui mi ha detto: “stasera ho capito che tu hai incontrato Gesù e vedo che sei davvero felice. Spero che questo capiti un giorno anche a noi. Spero anch’io di incontrare davvero Gesù e che possa cambiare la nostra vita.”.
Io credo che questo sia già successo e presto se ne accorgeranno.
Alla fine della serata, Laura mi ha proposto di andare insieme a don Roberto e ad altri missionari ai giardinetti dai “tossici”. Ma Gesù ha voluto che io e lei perdessimo il gruppo e decidessimo di tornare indietro. Perché sulla strada del ritorno ho incontrato Simone, un ragazzo “rasta” a cui, due mesi prima, io avevo parlato della luce nella notte.
Quel pomeriggio avevo proprio pensato a lui. Avevo dimenticato di invitarlo. Allora, ho lanciato l’ennesima sfida a Gesù: “se lo vuoi, fammelo incontrare”. Detto, fatto!
Simone e il suo amico Luca, ci hanno subito seguito, senza capire bene dove li stessimo portando. Quando, poi, hanno realizzato che volevamo farli entrare in chiesa, sono stati un po’ titubanti. Poi, ci hanno detto: va be’, al limite usciamo subito.
E, invece, sono stati totalmente presi da Gesù. Hanno scritto la loro preghiera con le lacrime agli occhi e l’hanno depositata ai piedi del Santissimo. Io e Laura abbiamo detto loro di prendere i “bigliettini” e che lì ci sarebbe stata la risposta di Gesù. E, ovviamente, così è stato. Luca ha subito telefonato alla sua fidanzata, ordinandole di uscire di casa e correre in chiesa, lei è arrivata e i tre hanno parlato a lungo con don Roberto. Spero che Gesù possa davvero riscaldare i loro cuori.
La serata era stata davvero perfetta. Tranne che per una cosa: mi ero riperso Giuseppe. E pensare che Alessandra si era raccomandata di non perdere mai il proprio compagno. Ero stato un vero disastro (perfetto anche questo, altrimenti mi sarei sentito un fico per tutti gli incontri “riusciti”).
E avevo perso pure il passaggio in macchina dal mio don per tornarmene a casa.
A quel punto: l’ultima preghiera/sfida: Gesù adesso, mi devi riportare a casa. E, perfetto fino alla fine, proprio Giuseppe. È proprio il compagno che mi ero perso, doveva andare dalle mie parti.
Il viaggio in macchina con lui è stato un ultimo perfetto regalo: abbiamo parlato delle nostre famiglie, delle nostre vocazioni, delle nostre difficoltà come coppie a pregare, evangelizzare, crescere i figli, ecc. ecc.
È proprio vero che quando ti affidi a Gesù, vivi il Paradiso, scopri che anche sulla Terra si può assaporare il Cielo. E io il cielo l’ho toccato con mano. Gesù, grazie perché mi ami così, in questo modo PERFETTO!!!
“Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli”. (Lc 10, 19)





C'era una volta la missione di Milano

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